venerdì 30 ottobre 2015

Luisina

Né, chéll' Luisìn' quànn' s' bluccàv' à màchin' p'ccòs'r', PTÙ!! c' shputàv' ngòpp'!

Beh, quella [lì], Luisina, quando le si bloccava la macchina da cucito, ci sputava sopra.

Luisina ebbe la sventura di sposare un vedovo che faceva il portiere di un condominio. Quest'ultimo, notando l'attitudine al lavoro della Luisina, tosto la mise a lavare le scale. E Luisina lavava e lavava, con zelo e perizia.

Senonché passò l'autunno, passò l'inverno, passò la primavera, giunse l'estate, e Luisina presentò il conto: «ciàmm' affittà nà càs' ò màr'!» (dobbiamo affittare una casa al mare).

Il marito tentò in tutti i modi di dire di no (dopotutto non si era permesso un lusso del genere nemmeno con la precedente moglie), ma Luisina fu irremovibile: «sinnò é scàl' t'é làv' tù!» (se no, le scale te le lavi tu).

A questo punto le deposizioni divergono: una dice che Luisina ebbe da quell'anno un mese di vacanza al mare, e l'altra dice invece che avendo il marito opposto l'ennesimo irrevocabile rifiuto, ella gli sputò in faccia (PTÙ!!!!) e il matrimonio in breve tempo naufragò.

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